«Se uno dice: “Io amo Dio”, ma odia suo fratello, è bugiardo; perché chi non ama suo fratello che ha visto, non può amare Dio che non ha visto. Questo è il comandamento che abbiamo ricevuto da lui: che chi ama Dio ami anche suo fratello.» Si può comandare l’amore? Se pensiamo all’amore romantico ci
Il Vangelo ci parla
I Epistola di Giovanni 5,4
«Questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede» Vincenti o perdenti? Questa sembra essere la domanda che domina la nostra società . La competizione regna sovrana in ogni ambito della vita sociale, e la competizione produce vincenti (pochi) e perdenti (molti). Questa parola della prima lettera di Giovanni ci dice che la
Salmo 145,15-16
«Gli occhi di tutti sono rivolti a te, e tu dai loro il cibo a suo tempo. Tu apri la tua mano, e dai cibo a volontà a tutti i viventi.» Il salmo 145 è un meraviglioso salmo di lode, che celebra la bontà e la fedeltà di Dio verso tutte le sue creature. In
II Libro dei Re 5,18-19
«Naaman disse: “Quando il mio sovrano entra nel tempio di Rimmòn per prostrarsi, si appoggia al mio braccio e mi devo prostrare anch’io … il Signore perdoni il tuo servo per questo.” Eliseo rispose: “Va’ in pace!”» Naaman, alto ufficiale del re di Aram, è stato appena guarito dal profeta Eliseo da una malattia. La
Giona 4,10-11
«Il Signore disse a Giona: “Tu hai pietà del ricino per il quale non ti sei affaticato, che tu non hai fatto crescere, che è nato in una notte e in una notte è perito; e io non avrei pietà di Ninive, la gran città …”» Sono le ultime parole del libro di Giona, il
Salmo 73,28
«Quanto a me, il mio bene è la vicinanza di Dio; ho cercato nel Signore il mio rifugio.» La maggior parte delle traduzioni bibliche rendono l’espressione “vicinanza di Dio” che leggiamo nel testo originale ebraico con “stare vicino a Dio”, “stare unito a Dio”, “accostarmi a Dio”. Non è errato: la frase che segue ci
Salmo 51, 15
«Voglio insegnare ai ribelli le tue vie e i peccatori a te ritorneranno.» In alcune chiese della Slesia e della Boemia vi sono dei pulpiti a forma di balena, con le fauci spalancate verso l’uditorio, di modo che il predicatore parla dalla bocca dell’enorme animale. E’ senz’altro un richiamo alla storia di Giona, il profeta
Proverbi 30,2-4
«Parole di Augur: Certo, io sono più stupido d’ogni altro e non ho intelligenza d’un uomo. Non ho imparato la sapienza e non ho la conoscenza del Santo. Chi è salito in cielo e n’è disceso? Chi ha raccolto il vento nel suo pugno? Chi ha racchiuso le acque nella sua veste? Chi ha stabilito
Proverbi 14,13
«Anche ridendo, il cuore può essere triste. E l’allegrezza può finire in dolore.» La prima parte del proverbio esprime un’esperienza abbastanza diffusa: c’è una differenza fra ciò che facciamo vedere agli altri e ciò che proviamo nei nostri cuori. Facciamo vedere una faccia da clown o un viso sorridente, ma dentro di noi sperimentiamo dolore
Proverbi 8,30
«Io ero accanto a lui come un bambino ed ero la sua gioia quotidiana; alla sua presenza mi divertivo e giocavo di continuo.» La donna Sapienza parla in prima persona e canta un inno in cui narra delle sue origini come prima creatura di Dio. Essa è la primogenita progenie di Dio, una progenie al
Proverbi 1,7
«Il timore dell’Eterno è il principio della scienza. Gli stolti disprezzano la sapienza e l’istruzione.» Il libro dei Proverbi ci invita al timore del Signore. Questo timore non è da intendersi come un terrore dinnanzi a una divinità potente, sconosciuta e arbitraria, né come lo spavento di fronte alla presenza di un Dio santo. Il
Esodo 20,2-6
«Io sono il Signore, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla casa di schiavitù. Non avere altri dèi oltre a me. Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro